Canali informali

  • Le reti informali costituite dalle relazioni personali e da contatti in ambiente lavorativo
  • Autocandidarsi in modo mirato ai potenziali datori di lavoro
Le reti informali costituite dalle relazioni personali e da contatti in ambiente lavorativo
Si è già messo in evidenza come il canale informale dei reticoli sociali sia tra i più importanti ai fini dell'incontro tra domanda ed offerta di lavoro: la mediazione delle reti informali, non direttamente interessate o non professionalmente dedicate a questo compito, sembra rappresentare, allora, la miglior soluzione sia per la domanda che per l'offerta nel mercato del lavoro riminese e, per ragioni differenti, in quello italiano.
Perché il passa-parola, la rete relazionale, le conoscenze sono il canale maggiormente utilizzato dalle imprese e, quasi di conseguenza, dai lavoratori? Ovviamente non è questa la sede per uno studio approfondito del fenomeno; qui ci interessa evidenziare soprattutto gli elementi che ogni cercatore di lavoro deve tenere in considerazione come utili per leggere i meccanismi di accesso alle opportunità lavorative e utilizzarli a proprio favore.
Proviamo ad individuare alcuni elementi di vantaggio o svantaggio, di valore o meno, nell’affidarsi alle reti informali:
  • Le reti informali non hanno costo economico. Pubblicare un annuncio sulla stampa, rivolgersi ad agenzie private o a società di selezione: tutti questi servizi hanno un costo che non sempre le imprese intendono affrontare. I servizi pubblici per il lavoro e il passa-parola, al contrario, sono gratuiti.
  • Le reti informali producono una visibilità circoscritta della richiesta. Coinvolgere nella ricerca di personale i colleghi, la rete dei partner imprenditori, o addirittura conoscenti e familiari permette alle imprese di comunicare il proprio fabbisogno ad una cerchia relativamente ristretta di persone, con il risultato di ottenere in risposta un numero limitato di candidature da dover scrutinare.
  • Le reti informali sono veloci. La dinamicità nei cicli di produzione e di servizio spesso impone alle imprese il ricorso imprevisto e imprevedibile a risorse professionali. Tra comparsa del bisogno e risposta, in genere le imprese si trovano a dover far passare un tempo davvero minimo, il tempo dell’urgenza. Le reti informali, allora, “sembrano” poter rispondere in maniera più adeguata a questa esigenza di tempestività.
  • Auto-candidarsi per intercettare la “domanda implicita” di personale. Prima che un’azienda giunga a manifestare all’esterno, sulla stampa o rivolgendosi ad un’agenzia, la propria ricerca di personale, in genere utilizza la propria rete di relazioni, oppure fa ricorso al repertorio di curriculum vitae che i candidati hanno già inviato all’impresa. Per il lavoratore questa può essere una pista interessante: individuare le imprese che possono costituire il proprio target (perché operanti nel settore di proprio interesse) e inviare loro la propria candidatura, anche in assenza di esplicite richieste di lavoro, significa anticipare il fabbisogno di profili da parte dell’azienda e aumentare le proprie chance di occupazione.
  • Reti informali e rapidi processi di selezione. Più sopra si accennava alla rapidità che le reti informali consentono di avere nel tempo che intercorre tra esigenza di personale e candidatura. Spesso tale tempestività si ritrova anche nei tempi dedicati ai processi di selezione che seguono a quei contatti informali. Si tratta, ovviamente, non di una legge di mercato, ma di un fatto abbastanza ricorrente, per il quale ad una semplificazione delle occasioni di contatto tra lavoratore e impresa corrisponde anche una semplificazione delle fasi in cui si realizza la valutazione delle competenze del candidato, la verifica della sua professionalità, l’accertamento della sua affidabilità e serietà, nonché gli accordi per formalizzare l’eventuale rapporto di lavoro.
  • Reti informali e selezione non strutturata. Proseguendo il discorso del punto precedente, si può affermare che le reti informali funzionano bene soprattutto quando le aziende adottano modalità di ricerca e selezione del personale non troppo strutturate; e questo avviene, in genere, quando si tratta di aziende di ridotte dimensioni, in cui il datore di lavoro è allo stesso tempo e a tutti gli effetti un lavoratore attivo all’interno della propria impresa, in cui non c’è, ad esempio, un ufficio personale che media fra lavoratore e datore, in cui la valutazione del candidato è spesso affidata alla sola capacità del datore di vedere nel candidato le risorse necessarie a ricoprire il ruolo ricercato.
  • Reti informali e fiducia. È evidente che i canali informali di ricerca dei lavoratori sono efficaci nella misura in cui il datore riconosce alle proprie “conoscenze”, alla propria rete di relazioni personali e professionali una forte affidabilità. Fiducia e affidabilità sono perciò le parole-chiave che ogni cercatore di lavoro deve tenere ben in considerazione nel momento in cui si candida presso le imprese; sono infatti risorse tra le più preziose che in genere vengono ricercate insieme a quelle tecnico-professionali. Ma quali sono le caratteristiche di un lavoratore affidabile agli occhi del datore di lavoro? Ovviamente, nel rispondere a questa domanda non si pretende di fare affermazioni con valore scientifico; piuttosto si forniscono alcune semplici indicazioni tratte dalla esperienza quotidiana. Gli elementi che producono fiducia e affidabilità si possono sintetizzare come segue (e sono solo alcuni): serietà, motivazione al lavoro (comunicare la sensazione di “aver voglia di lavorare”), riconoscere al lavoro un valore importante e non solo un ruolo strumentale, capacità di mettere al primo posto le esigenze e gli obiettivi dell’azienda, saper partecipare attivamente alle strategie di crescita dell’azienda, stare dalla parte della soluzione dei problemi, essere disponibili ad impegnarsi senza timore di “fare fatica”, essere flessibili, essere disponibili ad apprendere, essere competenti.
  • Reti informali e livelli di professionalità ricercata: le reti professionali. È abbastanza chiaro – come mostrano diverse ricerche – che le reti informali funzionano bene soprattutto quando le professionalità ricercate non sono particolarmente complesse o elevate. Quando ci si muove verso profili più qualificati e complessi i canali di ricerca adottati dalle aziende si spostano sulle reti professionali e lavorative (cioè, invece di affidarsi alle reti personali e familiari, si preferisce utilizzare contatti forniti da chi è riconosciuto come collega o come in qualche modo “esperto” nel settore) e si preferiscono modalità di ricerca e selezione maggiormente mediati, con il ricorso ad agenzie specializzate (centri per l’impiego e/o agenzie private) e processi di selezione più sofisticati (non basta il presentarsi di persona, ma si richiede un esame più approfondito delle competenze del candidato).


Autocandidarsi in modo mirato ai potenziali datori di lavoro
Prima che un’azienda giunga a manifestare all’esterno, sul web, sulla stampa o rivolgendosi ad un’agenzia, la propria ricerca di personale, in genere utilizza la propria rete di relazioni, oppure fa ricorso al repertorio di curriculum vitae che i candidati hanno già inviato all’impresa.
Per il lavoratore questa può essere una pista interessante: individuare le imprese che possono costituire il proprio target (perché operanti nel settore di proprio interesse) e inviare loro la propria candidatura, anche in assenza di esplicite richieste di lavoro, significa, infatti, anticipare il fabbisogno di profili da parte dell’azienda e aumentare le proprie chance di occupazione.


In estrema sintesi, si può affermare che per autocandidarsi, cioè per entrare in contatto dei propri potenziali datori di lavoro, ci sono due principali modi: valorizzare le proprie reti sociali e costruirsi un indirizzario significativo di imprese “target”.


Valorizzare le proprie reti sociali significa, molto semplicemente, “far girare” la propria disponibilità al lavoro all’interno dei propri canali relazionali, sfruttando il sistema del passaparola: famiglia, parenti, amici, compagni di attività sportiva, rete di volontariato, parrocchia, luoghi pubblici frequentati abitualmente (negozi, sala giochi, bar, parrucchiere, ecc.) sono tutti ambiti di “naturale” amplificazione della propria candidatura.

Ci sono poi nella esperienza praticamente di tutti alcune reti sociali che possono in maniera più strutturata agevolare un passaparola più competente: ci riferiamo alla scuola e agli enti di formazione professionale, a cui spesso le aziende si rivolgono per ottenere nominativi di giovani qualificati e diplomati, ma anche ai posti di lavoro che si sono frequentati in fase di stage o di lavoro estivo. Ex insegnanti ed ex datori di lavoro sono figure molto rilevanti – in quanto riconosciute dal sistema delle imprese – nel costruire ponti significativi tra domanda e offerta di lavoro.

Un altro modo per programmare un’efficace auto-candidatura è quello di individuare, in un dato territorio, le imprese che operano nel settore di proprio interesse o che occupano figure professionali vicine al profilo per il quale ci si propone. Per individuare tali imprese, occorre imparare a consultare in maniera attenta alcuni strumenti informativi di facile reperibilità:
  • Pagine gialle on line https://www.paginegialle.it/categorie.htm Può sembrare una banalità, ma nelle pagine gialle on line è già in qualche modo descritta la mappa delle attività economiche di un territorio. Scorrendo l’indice delle categorie è possibile selezione tutte le voci che possono fare al caso nostro, per poi individuare il nome delle imprese corrispondenti. È evidente che si tratta di una informazione preziosa, ma iniziale e incompleta; delle imprese selezionate, infatti, attraverso le pagine gialle abbiamo solo alcuni dati: la categoria economica generale di appartenenza, il nome (la ragione sociale), il numero di telefono e l’indirizzo. Questi dati devono essere completati con altre informazioni.
  • Elenchi delle imprese e riviste specializzate di settore (anche on line). Le imprese, poi, adottano alcuni strumenti che rappresentano delle vetrine mediante le quali promuoversi all’esterno, a favore di potenziali clienti, fornitori e partner. Tali strumenti permettono di avere maggiori e più complete informazioni sulle imprese, ed in particolare sulla struttura dell’azienda, sulle sue dimensioni, sul numero degli addetti impiegati, sul tipo di attività specifiche svolte, sulle sedi distaccate e la rete di filiali, sui mercati nazionali e internazionali incrociati, sulla data di fondazione, sulle figure professionali che vi operano, ecc. Uno di questi strumenti è costituito dagli elenchi aziendali specializzati. I principali sono la “Guida Monaci” (https://www.guidamonaci.it/gmbig/risultati/), la “Guida Kompass” (https://it.kompass.com/).
    Ci sono poi le riviste specializzate di settore, che permettono di avere un sguardo “dall’interno” del settore economico cui appartengono le imprese e delle specifiche attività professionali connesse. Le riviste di settore sono reperibili per lo più presso le associazioni di categoria.
  • Fiere. Un altro modo per incrociare le imprese di un certo settore e di farsi conoscere direttamente è rappresentato dagli eventi fieristici. Si tratta di occasioni in cui le imprese si raccontano e si promuovono e quindi permettono al cercatore di lavoro di conoscere in maniera approfondita struttura, servizi e attività delle imprese, oltre che di prendere contatti personali e informazioni sulle modalità di ricerca del personale adottate dall’azienda. Quasi tutti gli eventi fieristici sono rintracciabili in internet; per conoscere gli eventi fieristici della nostra provincia è possibile consultare il sito: https://www.iegexpo.it/it/venues/rimini
  • Registro delle imprese dela CCIAA. C’è infine uno strumento operativo – in verità utilizzato di più da operatori economici e da studi professionali – che può restituire informazioni utili e precise rispetto a settori specifici di attività o rispetto a singole imprese. Si tratta degli “elenchi di imprese” che si possono richiedere presso la Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura attraverso la visura del registro delle imprese https://www.registroimprese.it/ . L'elenco merceologico che ne deriva è una lista di nominativi di imprese selezionate tra quelle iscritte presso qualsiasi Camera di Commercio, che soddisfino dei parametri di selezione o dei criteri di ricerca precedentemente individuati dall'interessato, quali, ad esempio: lo stato dell'impresa, il tipo di attività esercitata o l'ubicazione sul territorio nazionale. I criteri di ricerca che è possibile selezionare sono:
    *Stato dell'impresa: attiva, inattiva, cessata, fallita
    *Localizzazione: sede legale e/o unità locale
    *Territorio: provincia, comune, CAP
    *Tipo di attività: classificata secondo il codice ATECO (codice ISTAT delle attività - per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito dell'ISTAT)
    *Dimensioni: in base a capitale, numero di addetti, valore della produzione
    *Forma giuridica: impresa individuale, SRL, SPA, ecc.
    *Data: di iscrizione, cessazione, fallimento.
    Gli elenchi possono essere richiesti per singolo comune, per più comuni, per singola provincia, per più province, per intere regioni o anche per tutto il territorio nazionale. Il servizio è a pagamento.