Come si diventa un maître sommelier

Intervista a Leonardo Lufrano

Come si diventa un maître sommelier
QUALI SONO LE 3 ATTIVITÀ PIÙ IMPORTANTI CHE FAI NEL TUO LAVORO?
Le attività principali quando svolgo le mansioni di Maitre Sommelier in sala sono in primis organizzative, occupandomi dell’organizzazione della sala: aspetti tecnici ed estetici della sala ristorante, coordinamento del servizio di sala, accoglienza dei clienti, presentazione del menù e della carta dei vini (in modo da consigliare nella scelta e nell’abbinamento cibo – vino); in più, essendo Sommelier AIS al 3° livello, presto un’attenzione particolare all’enologia, che è una delle mie grandi passioni,  in modo da far conoscere la produzione vinicola locale e italiana, ma anche quella internazionale, perché non bisogna bere molto ma è importantissimo bere bene.
Essendo da tanti anni anche un docente di sala bar, mi impegno nel trasmettere ai miei alunni professionalità e passione, così da fargli comprendere le diverse sfaccettature, per esempio di una carta dei vini di livello, e unire interesse e didattica.
 
CHE STRUMENTI UTILIZZI?
Di certo l’esperienza acquisita dopo tanti anni di lavoro, ma anche una continua ricerca di novità (per es. nuove cantine, nuove produzioni vitivinicole…) che affinano la professionalità, altro strumento fondamentale che sento di poter utilizzare sia in sala ristorante con i clienti che nell’ insegnamento; una marcia in più la dà la comunicazione, che deve essere sempre precisa per aiutare il cliente nelle scelte e gli allievi nella comprensione.
 
COME SI DIVENTA UN “maître sommelier" COME TE?
Ho iniziato facendo la scuola alberghiera, per poi prestare servizio in strutture ricettive sia in Italia che all’ estero, specialmente in Svizzera, cercando sempre di lavorare con professionisti in strutture di livello. Ho frequentato negli anni corsi di aggiornamento professionali e di specializzazione, come per es. i corsi AIS per sommelier, che rilasciano attestati a livello nazionale ma la cui preparazione è molto apprezzata all’estero. La formazione costante e continua, data l’evoluzione del mercato vinicolo italiano è fondamentale, così come lo è il lavoro “sul campo”, dalla frequentazione delle fiere di settore più importanti (per es. Vinitaly) alle degustazioni in cantina.
 
IL TUO MOTTO?
L’abito non fa il monaco, ma aiuta a riconoscerlo. Ho sempre creduto che la divisa sia importantissima, come lo è la cura della persona sotto ogni aspetto, senza mai dimenticare onestà, disciplina, educazione e perseveranza.
 
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