Come diventare un produttore e assicuratore

Intervista ad Andrea Amaduzzi

Come diventare un produttore e assicuratore
QUALI SONO LE 3 ATTIVITÀ PIÙ IMPORTANTI CHE FAI NEL TUO LAVORO?
Da 11 anni lavoro presso le Assicurazioni Generali in qualità di produttore/assicuratore.
L'attività che svolgo è una sfida continua e ogni giorno presenta novità e cambiamenti spesso correlati al cambiamento della società stessa anticipandone in molti casi gli aspetti.
Il lavoro che svolgo è basato soprattutto sull'organizzazione per cui se dovessi rispondere alla prima domanda direi senz'altro l'organizzazione, poi aggiungerei l'aggiornamento costante sia all'interno del mondo assicurativo sia a livello di attualità sociale. La terza attività che ritengo più importante invece è l'intraprendenza insieme alla voglia di non abbattersi mai, capisco sia difficile non abbattersi mai però bisogna cercare di farlo il meno possibile perché soprattutto i primi anni questo lavoro presenta molteplici criticità legate soprattutto al fatto di imparare a tenere discorsi davanti a gente sconosciuta e cercare insieme a loro di ragionare su quello che potrebbe essere il percorso assicurativo e di risparmio più adatto alle loro esigenze e necessità.
 
CHE STRUMENTI UTILIZZI?
Gli strumenti che più utilizzo sono gli indici dei mercati soprattutto per la parte di lavoro legata al risparmio ed all'investimento, mentre per la parte assicurativa mi baso più che altro su statistiche ma soprattutto come già scritto sopra cerco di ragionare insieme al cliente su quelle che possono essere le proprie necessità.
 
COME SI DIVENTA UN “PRODUTTORE E ASSICURATORE" COME TE?
Nella mia professione c'è solo un modo per crearsi un nome ed è quello di essere affidabili perché l'affidabilità viene sempre apprezzata al contrario invece si possono fare grosse operazioni anche essendo inaffidabili ma di sicuro poi nel breve periodo il cliente capisce e ti abbondona.    
 
IL TUO MOTTO?
Non ho un motto in particolare se però ne dovessi scegliere uno direi "tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare" perché spesso le persone vanno misurate per le loro azioni e non solamente per le loro parole.
 
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