Come si diventa un educatore cinofilo

Intervista a Serena Giorgetti

Come si diventa un educatore cinofilo
QUALI SONO LE 3 ATTIVITÀ PIÙ IMPORTANTI CHE FAI NEL TUO LAVORO?
Il mio lavoro si basa principalmente sul fare in modo che cane e proprietario costruiscano un modello di comunicazione comune e chiara per entrambi, cercando di andare così a gettare le basi per una buona relazione.
Se dovessi dividerlo in 3 attività sarebbero sicuramente queste: studio ed intervento per pianificare la routine quotidiana del binomio proprietario cane, lavoro in campo per dare gli strumenti adeguati sia al conduttore che al cane per una corretta interazione e comunicazione, verifica che da entrambe le parti ci sia stato un corretto e proficuo apprendimento.
 
CHE STRUMENTI UTILIZZI?
Guinzagli, collari e pettorine sono certamente gli strumenti con cui ho maggiormente a che fare. Poi tutto ciò che mi può servire per premiare ed interagire con il cane: quindi palline e giochi di ogni dimensione, forma, consistenza… Anche i premietti in cibo per me sono un importante strumento, che come i giochi si possono trasformare in una sorta di “intermediario” tra il proprietario ed il cane.
 
COME SI DIVENTA UN “EDUCATRICE CINOFILA" COME TE? CON QUALI ESPERIENZE DI STUDIO ED ESPERIENZE?
Per diventare educatrice cinofila ho seguito un corso  erogato da una scuola di formazione cinofila (ente privato) affiliata A.P.N.E.C., ma quello per me è stato solo un punto di partenza, successivamente sono stati numerosi gli stage ed i corsi che ho seguito in vari ambiti (rieducazione comportamentale, addestramento, discipline sportive come l’obedience, il Nosework Scent Detection®, il lavoro retriever…) e tutti mi sono serviti per fare esperienza e per formare la professionista che sono oggi, dopo circa 11 anni di attività.
 
IL TUO MOTTO?
Il mio motto di vita è “Nulla tenaci in via est via”: nessuna strada è preclusa alle persone tenaci.
Quello che invece ripeto come un mantra ai miei allievi è: “Più andrai a premiare i comportamenti corretti, meno dovrai correggere”, che è la base del mio lavoro in rinforzo positivo.
 
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