Come si diventa un revisore contabile

Intervista a Giuseppe Ceol

Come si diventa un revisore contabile
QUALI SONO LE 3 ATTIVITÀ PIÙ IMPORTANTI CHE FAI NEL TUO LAVORO?
Relazioni. Importante creare sintonia sin dal primo istante di contatto con l'azienda, ovvero con la Persona che la rappresenta. Importante rinforzare costantemente questo aspetto di sintonia per ottenere la massima collaborazione nello svolgimento degli incarichi, e ciò è ottenibile in buona dose con la competenza tecnica, e questa è la seconda attività: studiare, prepararsi, aggiornarsi. La terza attività, trattandosi di lavoro svolto in team è rivolto all'interno della società. Gestire, formare, motivare, premiare, rimproverare quando serve (poco), responsabilizzare, i dipendenti. Lo scopo è renderli parte attiva della società.

CHE STRUMENTI UTILIZZI?
Strumenti strettamente tecnici sono ovviamente il pc, software dedicati alla attività di revisione, e tutto l'universo delle banche dati e dei software di calcolo relativi alle professioni che hanno sostituito negli anni i vecchi manuali e libri. Soprattutto nell'ultimo anno anche tutte le piattaforme di comunicazione, trasmissione e ricezione dati e colloquio a distanza, divenute indispensabili.
 
COME SI DIVENTA UN “REVISORE CONTABILE " COME TE?
La laurea nelle discipline economiche è quella che occorre per iniziare. Possibilmente con taglio aziendalistico-professionale. Il percorso di studio non si interrompe mai, a causa soprattutto delle normative che sono in costante evoluzione, o meglio cambiamento, dato che spesso le modificazioni che intervengono nelle aree giuridiche, fiscali, contabili, non sono certo che possano definirsi realmente "evoluzioni". In tema di esperienza questo mestiere si impara esclusivamente alle dipendenze di una società di revisione. Al suo interno la crescita (di conoscenze, competenze, responsabilità e stipendio) è organizzata in modo da fornire continui report di rendimento, e periodici confronti tra soggetto valutato e soggetto che valuta, proprio al fine di migliorare le performance del singolo. E questo, da un punto di vista non necessariamente aziendale significa che migliori performance rendono il singolo un professionista migliore, sotto tutti gli aspetti, dato che sono oggetto di discussione anche gli aspetti relazionali e di interazione con i colleghi e società clienti.
 
IL TUO MOTTO?
Non ci ho mai pensato... Nella prima parte della vita professionale probabilmente era "testa bassa e pedalare". In questa fase, ormai dopo ben più di 30 anni, penso che "occorrono mille occhi" sia il motto più adatto.
 
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